BlogCome vaporizzare l'hashish (prima parte): cos'è l'hashish?
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Come vaporizzare l'hashish (prima parte): cos'è l'hashish?

28-11-2017

Questa è la prima puntata in una trilogia che si propone di indagare sui principi e i segreti della vaporizzazione dell’hashish.

In questa prima parte ci occuperemo di alcune domande fondamentali, per esempio cos’è l’hashish, nella seconda parte discuteremo di informazioni generali sulla vaporizzazione dell’hashish, mentre nella terza parte esamineremo i risultati prodotti da quattro popolari vaporizzatori portatili.

Eurohash

Come per la maggior parte degli Europei, ho un debole per il “fumo”, o in gergo più comune, l’hashish. Essendo cresciuto nel Regno Unito (generazione anni Settanta), mi sono abituato all’hashish come principale fonte di canapa disponibile in quartiere. Ciò era dovuto al fatto che l’hashish – una tecnica che risale a migliaia di anni fa – era (ed è tutt’ora) considerato il modo più conveniente per la preservazione e il trasporto illecito delle parti più importanti della pianta.

In paesi come il Marocco e l’India l’hashish è rimasto il modo più comune per trattare la pianta di ganja coltivata all’aperto. Mentre i fiori hanno una durata di conservazione di qualche mese, il fumo può durare e mantenere la sua potenza per anni.

L’arrivo di fiori essiccati e concentrati

Gli sviluppi nelle tecniche e delle tecnologie per la coltivazione indoor di questa pianta ci hanno permesso di apprezzare una migliorata qualità dei fiori essiccati della canapa anche a livello locale, evitando il bisogno di condensarli in una forma compatta come l’hashish. Ultimamente sono emersi altri modi per estrarre i cristalli creando forme più pure di concentrati – come rosin, shatter, honey o wax.

Anche se tecnicamente si può considerare una forma concentrata di canapa, l’hashish si distingue dai concentrati moderni perché contiene più materiale vegetale, che gli conferisce un aroma, aspetto ed effetto diverso – insomma, un carattere diverso. Infatti, la prima differenza si trova a monte: il fatto che la maggior parte delle piante che da cui deriva l’hashish sono cresciute all’aperto, sotto il sole, è un aspetto non trascurabile.

La raccolta di tricomi

Quando la canapa fiorisce produce tricomi sulle gemme e sulle piccole foglie intorno ai fiori. Questi tricomi contengono oli essenziali e cannabinoidi. I cannabinoidi causano gli effetti terapeutici alla pianta, sia sotto forma psicotropica (trippy) con il THC che psicoattiva ma non-psicotropica con il CBD. Alcuni sostengono che il CBD non sia una sostanza psicoattiva. Si sbagliano. Lo è, nel senso che cambia la percezione – infondendo un senso di benessere – però non è psicotropico nel senso che distorce il tuo senso della realtà (high/sballo). Comunque quando coltiviamo la canapa, generalmente lo si fa per la raccolta di tricomi.

hash nero

Hashish – il concentrato a bassa tecnologia

La produzione di hashish è un modo per raccogliere questi tricomi usando mezzi a bassa tecnologia e per conservarli in modo che non si degradano. Con il trascorrere del tempo il THC si trasforma in CBN tramite l’ossidazione – questo nuovo alcaloide ha proprietà terapeutiche – ma non ti sballa quanto il THC.

Sostanzialmente un coltivatore può separare i cristalli dal materiale vegetale attraverso diverse tecniche (alcune non sono così efficienti paragonate ad alcuni metodi moderni), queste variano da posto a posto – nell’Asia Meridionale, per esempio, sono soliti a sfregarle a mano, mentre nel Medio Oriente, Asia Centrale e nella zona Mediterranea normalmente usano un setaccio. Poi i cristalli vengono trattati per diventare hashish compattato, anche qui o a mano o con una pressa. Esistono anche diverse qualità di hashish che si misura prendendo in considerazione la presenza di materiale vegetale e sostanze contaminanti, due elementi che ne abbassano la purezza.

I prodotti finali sono piuttosto diversi tra di loro, che a grandi linee si suddividono tra la resina (scura e malleabile) e il polline (marroncino chiaro e polvere granulare). Dipende poi dalle proprietà della pianta originale e dalla tecnica di trattamento a quale categoria un prodotto finale appartiene.

Guscio esterno protettivo

Paragonabile a una pagnotta. La crosta esterna si indurisce e protegge le parti interne che restano fresche più a lungo. Succede la stessa cosa con l’hashish, lo strato esterno che è a contatto con l’aria, esposto al calore e alla luce, tende a ossidarsi più velocemente di quella interna, che resta più protetta. La prossima volta che ti capita di avere un pezzo di hashish tra le mani, ti consigliamo di tagliarlo a metà per osservare la differenza tra lo strato esterno e quello interno.

hash



Effetti

Gli effetti dell’hashish possono essere descritti come “stoned” (fumato) ovvero una sensazione narcotica e rilassante. Alcune varietà di prima fascia – come gli charas Indiani – che ti cullano in uno stato onirico, sono ideali per staccare dallo stress quotidiano e per rilassarsi ascoltando un buon disco prima di addormentarsi.

Blue Bird Coffeeshop

Se mai ti capitasse di passare per Amsterdam, ti consiglio di fare visita al coffeeshop Blue Bird. Stabilito alla metà degli anni Settanta può vantare il migliore menù hashish che io abbia mai visto.

Dieci anni fa ho smesso di fumare tabacco. Da allora ho fumato la mia erba e il mio hashish con una pipa. Ho continuato così per molti anni, finché il mercato dei vaporizzatori portatili non si è sviluppato abbastanza da potermi offrire gli stessi risultati dei loro fratelli maggiori da tavola.

Ma allora, si può davvero vaporizzare l’hashish?

So di essere una persona molto fortunata da aver potuto accumulare una varietà di vaporizzatori che uso esclusivamente per l’erba o per altri concentrati (a parte l’hashish). Per questo abbia iniziato motivo ho iniziato a trascurare la mia scorta di hashish, dandola per dispersa. Avrei potuto mettere il fumo a secco in una pipa, come ai vecchi tempi, ma a dire il vero, un po’ per pigrizia un po’ per il fascino dei miei nuovi, puliti e puri dispositivi, ho continuato a trascurare l’hashish. Una scorta abbondante di erba e qualche sporadico rifornimento di concentrati, ha assicurato per molto tempo che l’hashish rimanesse dimenticato e sperduto.

Poi un giorno le cose sono cambiate. La rassegnazione è diventata una sfida personale. Sono un amante della vaporizzazione e dell’hashish. È possibile che non possa poter unire le mie due passioni? Mi sono rimboccato le maniche e ho deciso di prendere questa impresa di petto: ci avrei provato fino in fondo, finché non avessi trovato una risposta definitiva sull’affinità e la compatibilità tra il dispositivo e la sostanza.

E sono arrivato alla conclusione che si può vaporizzare l’hashish.

Dopo vari giorni di ricerca, diversi tentativi, esperimenti, errori, e altrettante mattine con un leggero mal di testa al risveglio… dovrete seguire la prossima puntata di questa serie sulla vaporizzazione dell’hashish per scoprire quali conclusioni sono emerse, che sarà pubblicata prossimamente sul blog di Azarius.

Bill Griffin, autore di Easy Organic Weed

Image: Miran Rijavec under Creative Commons license



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